lunes, 2 de marzo de 2009

La pizza dell'Oste



(Internacionalizo el blog con este post en italiano, prometo traducirlo en cuanto pueda.)

Una pizza è una pizza e si mangia. Può essere mediocre, buona, discreta, umile, secca, grande, piccola, fine o grossa, ma il commento arriva solo a piatto vuoto: difficile che una pizza la si lasci nel piatto. Così come è difficile che la pizza sorprenda.

La verità è che la pizza ottima non esiste e che sempre dobbiamo trovargli un piccolo difetto e ci sarà sempre qualcuno che dirà la famigerata frase: “La pizza buona è quella di Napoli”. Sarà per l’umidità o per la pressione atmosferica, suppongo. Poi c’è l’annoso quanto spinoso problema della crosta. C’è chi non la mangia perché non l’ha mai mangiata, che significa semplicemente: quando ero bambino la lasciavo perché non c’era condimento; e c’è chi la lascia perché “è la parte che fa ingrassare”, come se il condimento fosse esente da grassi.

Poi c'è una strana categoria di mangiatori di pizza, alla quale -ahimè- appartengo. Sì, sono uno di quelli che mangia solo "pizze classiche" e non “queste cose moderne che si fanno adesso" (nella lingua nativa dell'autore, "cose moderne" si può sostituire con "purcuarí").

Insomma, la pizza è un mondo ed io, da buon emigrato, cerco di mangiarne una ogni volta che torno in Italia, dove la pizza è più buona...umidità e pressione atmosferica? No, no, in questo caso la pizza è più buona per altre ragioni. Ragioni meno fisiche, ma più reali. La prima è che in Italia ci sono gli italiani (ooooh, gran scoperta...), più esperti di altri nel riconoscere una buona pizza, e questo piccolo fattore alza il livello medio della pietanza nazionale. La seconda ragione è che quando mangio una pizza in Italia, la mangio con la gente con cui sono cresciuto, gente che non vedo per mesi. La terza ed ultima ragione è che una pizza in Italia è ben pagata. La concorrenza e la ‘normalità’ della pizza abbassano i prezzi rispetto a altri Paesi: pagare 12 euro una Margherita rende difficile la digestione a chiunque.

Preambolo fin troppo lungo per dire che in occasione del mio ultimo viaggio italiano ho scoperto un’agradabile pizzeria. Si chiama ‘L’Oste e la Regina’ e la trovate “sott'a Montedorisio”. Cioè, qui:


Ad essere sincero, quando mi hanno proposto di andare lì ho pensato: “pe’ ‘na pizza fin lì?”. Poi ho scoperto che lì non era tanto lontano dal mio qui di allora (Vasto City) e mi sono dovuto ricredere. Ma l'altra importante scoperta della serata è stata che non solo ho rubato pezzi ai miei commensali (non è una gran novità...), ma che non sono riuscito a trovare nessun difetto alla pizza. A piatto vuoto ho potuto solo dire: “Era proprio buona”.

Un film: Totó Sapore (Italia, 2003).

4 comentarios:

Anónimo dijo...

Bello... eh, magari quando ritorni ti porto a "La frasca" a Scerni che pur'jè bbone :D

Anónimo dijo...

No lo traduzcas! Leerlo en italiano da más hambre.

Martínez dijo...

Me parece honestísimo que el primer post en italiano de DondeComenDos sea sobre pizza. Eso sí, echo de menos una ilustración tuya tocando la mandolina y atusándote el bigote. Grande, maestro. No se precisa traducción. Ah, y he decidido que eso que dices que me debes por lo de Obama me lo satisfagas en L’Oste e la Regina.

Massi dijo...

Vaaaale, po' nada de traducciones. Y ojalá tener al ocasión para invitaros a cenar a "l'oste"!

Robbé, andiamo quando vuoi...Anzi, magari potresti anticiparci qualcosa sul posto, no?